pazienza??? sensibilità???

L’Itaglia è quello strano paesotto in cui la sensibilità di certuni viene prima della libertà di espressione di tutti, mentre della sensibilità di certi altri non si è mai curato molto nessuno. E dove a questi certi altri, quando si lamentano dello stato di cose esistente a loro sfavorevole, viene suggerito di "avere pazienza", ovvero di differire nel tempo la soddisfazione del proprio bisogno, forse nella speranza che la situazioni muti spontanaemente in loro favore. Un pò come un pezzo di carne esposto all’aria "spontaneamente" genera delle mosche.

Da questa ennesima sana banalità, traggo una prima utile lezione di vita: nel dubbio, della propria sensibilità è meglio prendersi cura in prima persona e nel tempo presente. Alla peggio, rinunciando ed allontanandosi da persone, ambienti, luoghi e canali comunicativi che la urtano. Quando è possibile e sensato, lavorando per migliorare il proprio ambiente.

Capita – stavamo dicendo – che una religione sia storicamente considerata egemone in un certo territorio. ("religione" "egemonia" e "territorio" nella stessa frase: il discorso promette male!). Capita peraltro anche che questa presunta egemonia sia in realtà in sostanziale calo qualitativo e quantitativo, e questo nonostante le condizioni socio-economiche che invece favorirebbero la regressione al soprannaturale ed all’eteronomo.

Avviene allora che una minoranza, spregiativamente detta anche "zerovirgola" dai suoi detrattori, abbia scelto di non appartenere alla suddetta religione egemone (attenzione: "ha scelto di non appartenere" è diverso da "non ha scelto di appartenere". Le Parole Sono Importanti, e questo include l’ordine con cui vengono disposte).

Accade che costoro, per quanto accomunati da una definizione in negativo, e diversi tra loro sotto molto altri punti di vista, prendano coscienza della comune discriminazione a cui sono soggetti in quanto non appartenenti alla sedicente maggioranza religiosa, e decidano di associarsi per migliorare la propria situazione. Questo succede all’interno delle regole del gioco della democrazia formale. Quindi fondano una associazione, si fanno riconoscere, fanno comunicazione, cercano visibilità mediatica, contatti con le istituzioni, tentano di utilizzare il sistema legale per le proprie battaglie.

Si verifica che, in questo contesto, essi decidano di emulare l’iniziativa di una associazione omologa attiva in un altro paesotto, consistente nell’affittare spazi pubblicitari sugli autobus pubblici di una metropoli per dare visibilità e guadagnare riconoscimento pubblico alla propria visione del mondo, perché pare ci sia ancora bisogno di affermare ad alta voce che una persona priva di una fede religiosa non è per questo inferiore alle altre, e talvolta anche di discutere con persone che hanno opinioni opposte.

Succede però che in questo paesotto il formale rispetto dovuto alle regole del gioco della democrazia sia ritenuto meno inviolabile rispetto a quell’altro paesotto, e che di conseguenza una società che detiene di fatto il monopolio del mercato della pubblicità su mezzi di trasporto urbano rifiuti il messaggio pubblicitario in oggetto in quanto «[potrebbe] essere offensivo per gli appartenenti alle grandi religioni monoteiste». Il che si potrebbe tradurre con: «la tua opinione è legittima, tuttavia Tizio e Caio si sentono offesi dal solo fatto che qualcuno possa avere opinioni diverse dalle loro su questo tema, e questo perché in effetti non si tratta delle loro opinioni, ma di quelle di un loro "amico" molto importante, e noi non vogliamo certo offendere Tizio e Caio, percui non potrai usare i nostri servizi per esprimere la tua opinione».

Un modo di vederla è che si tratta di applicare una regola basilare di buona educazione: "non si parla male degli assenti". E in effetti – non si capisce bene perché – gli amici di Tizio e di Caio non si presentano mai a quelli che negano la loro esistenza (e questa è una signora tautologia, con tanto di cappello di piume), e in loro assenza non si può dire che non esistono, sarebbe tanto scortese!

Il gioco si fa ancora più complicato se si considera che l’amico di Tizio e quello di Caio non vanno sempre d’accordo: quando va bene sembrano dei lontani parenti che hanno litigato da chissà quanto e chissiricorda perché, ma certe volte arrivano a negare l’uno l’esistenza dell’altro (se qualcuno si chiedesse ancora qual’è l’utilità pratica della logica matematica…).

Insomma, finisce che i nostri atei associati prendono atto di non poter accedere al "libero mercato" delle inserzioni sugli autobus, e avendo anche raccolto dei soldi per questo scopo decidano di impegnarli con uno dei pochi operatori dell’informazione che opera in itaglia ma lavora come se fosse in un paese civile.

Buona mossa, se non per il fatto che in questo modo, data la composizione del pubblico della radio, si sfonderanno un gran numero di porte aperte ma non si otterrà quella comunicazione verso il grande pubblico che si stava cercando.

e noi intanto cheffamo? portiamo pazienza e cerchiamo di non essere troppo sensibili