Uno pensava di lavorare in cambio di soldi, e che i soldi gli servissero a consumare, cioè a soddisfare dei bisogni.
Di cui poi la maggior parte sono indotti, nocivi, insoddisfacenti. Brutto, ma volendo è anche peggio.
In realtà, i soldi sono un riconoscimento sociale che fornisce identità ad una persona in quanto attore economico, produttore di reddito e consumatore. Una identità a buon prezzo. Tu sei i soldi che fai e spendi.
Infatti la favola della retribuzione del lavoro ha un presupposto per nulla scontato: che il lavoro che facciamo abbia un senso. Che, oltre a far girare denaro, serva, faccia del bene, faccia felice qualcuno.
Invece la maggior parte del lavoro che facciamo è inutile.
E allora lo scopo dei soldi non è di compensarci per la vita che il lavoro ci sottrae, ma di dare un senso al lavoro che facciamo. E quindi a noi. Una identità a buon prezzo.