Stazione. Tutti mi guardano chiedendo: cosa ci fai
senza il tuo amore in tasca?
Eh, sapete, devo averlo lasciato da qualche parte.
Ma noi, ci eravamo abituati a vederti aspettare il treno con l’amore.
Faceva un bel suono, il tuo amore.
Tintinnava, vibrava. Rallegrava le giornate.
anche a me, ma sapete. Ma era strano quell’amore. Era difficile, faticoso.
Faceva tutto quel rumore perché tentavo di tenermelo tutto per me.
Perché sennò si sarebbe rotto. C’era scritto nelle istruzioni.
Allora io lo tenevo in gabbia, e lo alimentavo di bocconi prelibati, di sensazioni colorate.
E a lui piacevano, cresceva forte. E forte picchiava contro la gabbia.
E non si faceva male?
Un pò si, Ma era sveglio.
Presto ha capito
che la gabbia era abbastanza forte per lui.
E allora aveva imparato ad attaccarla
senza farsi male.
E io intanto, stavo pensando che forse ormai era abbastanza forte.
per uscire nel mondo.
Ma lui ormai. aveva già dedicato tutte le sue forze
a combattere contro la gabbia, e aveva perso.
era deluso, sfiduciato. E stanco.
Pensava che non ce l’avrebbe fatta.
E ha rinunciato.
È per questo, cari amici, che oggi prendo il
treno senza il mio amore sotto l’ascella.