Leggevo una discussione a proposito della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo sui crocifissi in classe (aproposito: di nuovo dobbiamo aspettare gli euroburocrati. così vanno le cose, ancora).
tutti, a partire dal marito della ricorrente, a dire "Non mi sento offeso, ma discriminato" (dai crocefissi in classe).
un attimo, veramente io mi sento
offeso dai simboli religiosi nei luoghi pubblici. e questo perché, come
gran parte degli atei “arrabbiati”, di quelli che non se la vivono
troppo serenamente, sono un ex-cattolico.
– “ciao, mi chiamo HCE e sono un ex cattolico”
– “ciaaaao HCE”
e in quanto tale ho l’impressione di essere stato pesantemente
fregato, perché ho subito i condizionamenti di una religione della
sofferenza, perché sono stato abituato a pensare che se ci godevo c’era
qualcosa che non andava. o a provarci gusto perché trasgredivo queste
imposizioni e non per il piacere che provavo. sono stato abituato a
rapportarmi ad un mondo inventato di amici immaginari e non alla
realtà. e di conseguenza sono incazzato.
mi sento offeso perché i crocefissi sono il simbolo dell’occupazione
di un paese da parte della chiesa e delle sue pecore, occupazione che
ha una serie di effetti nefasti sulla vita civile e sulla mia in
particolare. e di conseguenza sono incazzato.
sulla moralità delle persone con cui ho a che fare, abituate a
scaricare le responsabilità delle loro minchiate sul loro amico
immaginario, e a farsi passare ogni rimorso con una confessione.
sulla dilagante ipocrisia che trovo nelle persone con cui ho a che
fare. sull’atteggiamento schizofrenico rispetto al sesso ed ai
comportamenti. sulla mancanza di libertà sessuale nella testa delle
persone (presenti inclusi), e nel malessere che ne deriva. e di
conseguenza sono incazzato.
sui diritti che vengono negati a tutti i cittadini e su quelli che
vengono negati solo ad alcuni, perché se i diritti non sono per tutti
non sono per nessuno. perché se oggi è socialmente accettabile negare i
diritti a gay, domani lo sarà negarli agli atei. o a chi non è sposato.
o a chi non ha figli. e di conseguenza sono incazzato.
su tutta l’arte e la scienza di cui non ho potuto godere, o con
difficoltà e magari di nascosto, o sentendomi colpevole, perché qualche represso in
sottana aveva deciso al posto mio. e di conseguenza sono incazzato.
e tutta stà roba mi prude non poco.
su queste premesse, essere rabbiosamente anticlericali è una
reazione sana. e non penso sia opportuno nascondersi. neanche a
beneficio della notoria difficoltà di comprensione della lingua da
parte degli operatori della stampa itagliana, soprattutto quando si
mette in discussione la tara costituita dalle “radici cristiane” della
nostra società.
– “ciao, io sono HCE e ODIO la religione cattolica. e ne sono fiero!”