we fight back

c’è molto da imparare dalle lotte degli omosessuali.pur tenendo conto che è una spettacolarizzazione holliwoodiana, vale la pena di vedere Milk per farsene un’idea.

se i diritti non sono per tutti, allora non sono davvero diritti per nessuno. 

se qualcuno attacca i tui diritti, o anche quelli di una categoria a cui non appartieni, che sia definita  per nascita e non per scelta (ad esempio sulla base di caratteristiche somatiche, nazionalità, genere, orientamento sessuale), non c’è tanto da andare per il sottile: ti stà attaccando gratuitamente. stà minando la tua possibilità di vivere. stà sporcando il tuo habitat. ti stà facendo stare male. e me ne fotte molto poco di quanto sia figo il suo amico immaginario. stà imponendo la sua morale parziale su di te che non hai scelto di appartenere al suo club.

puoi soccombere alla perdita dei tuoi diritti, oppure reagire con decisione.
la scelta degli strumenti per reagire è un problema tattico.

quando, come spesso accade, ad attaccarti è una qualche forma organizzata (istituzione, religione, stato, partito…), allora su tutti quanti hanno scelto di fare parte di questa organizzazione hai il pieno diritto di avere il pregiudizio che sono tuoi nemici.
anche se stanno "combattendo dall’interno": sono tuoi nemici fino a quando la loro "azione dall’interno" non controbilancia la loro adesione all’organizzazione che ti stà attaccando.
e se in quella organizzazione ci sono non per scelta ma perché hanno ceduto ad una pressione, o perché ricavano dei vantaggi indiretti dall’aderirvi, comunque si stanno avvantaggiando del tuo malessere. 

quindi sono tuoi nemici, e la cosa migliore che puoi fare per te stesso e per il mondo è chiamarli per nome, e comportarti di conseguenza.