kudos (benaltrismo)

mentre io mi trastullo con problemi tutto sommato "di secondo ordine", quelli di cui posso occuparmi visto che (di solito) godo di ciò che l’occidente passa per "libertà personale", "diritti civili", e financo una relativa tranquillità economica, leggendo per caso le lettere del manifesto mi rendo conto che ci sono benaltre relazioni abusive da cui alcuni hanno bisogno di liberarsi.

con l’aggravante che di solito le sette che associano le persone contro la loro volontà sono sottoposte al codice penale, mentre questa stranamente no. 

oltre alla lettera al manifesto che riporto, ho trovato un paio di link riferiti a questo personaggio piacevolmente anomalo:

http://www.cdbchieri.it/rassegna_stampa_2004/vocatio.htm

Vita esemplare di
Pio V il Massacratore
elevato agli onori degli altari da Wojtyla 

 

http://ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/08-Giugno-2008/art47.html

Scritto&Parlato
Bambini prigionieri in seminario
Valentino Parlato

Caro Valentino Parlato,
ho
letto sul manifesto del primo giugno la lettera delle mamme in galera
della sezione di alta sicurezza di Rebibbia che soffrono della
disparità di trattamento con altre detenute privilegiate
nell’incontrare i loro bambini in carcere. E’ una cosa vergognosa.
Anch’io, recluso da piccolo all’età di dieci anni in seminario, ho
sofferto per lunghi anni l’identica sofferenza del distacco innaturale
dalla mia famiglia. Tuttora migliaia di minori, femmine e maschi, in
Italia e in tutto il mondo, sono privati della presenza dei loro
genitori perché reclusi in noviziati e seminari per essere avviati a
vita religiosa o sacerdotale. A Salerno, in Campania, papa Wojtyla ha
costruito un seminario ecclesiastico interregionale per il sud-Italia
dove si continuano a reclutare dalle povere famiglie dei disoccupati
migliaia di minori per essere avviati imperiosamente a una carriera di
privilegio e di sicurezza finanziaria. Lo sradicamento dalla loro
famiglia naturale in così giovane età è controproducente al loro
sviluppo mentale con turbe successive nella loro vita adulta. Di questi
seminari cattolici per minori è piena tutta l’Italia, l’Europa, tutto
il mondo orientale, le due Americhe, ma soprattutto l’Africa, l’Asia e
Cuba.
La Carta europea dei diritti del fanciullo proponeva al
Parlamento europeo di Bruxelles, negli anni ottanta, di riconoscere ai
figli minori il diritto naturale umano di poter crescere fino alla
maggiore età nell’alveo familiare dei loro genitori e dei loro
congiunti com’è naturale che sia. L’ostruzione dei deputati cattolici
europei ha impedito la promulgazione di questa legge, permettendo così
alle gerarchie della chiesa cattolica di perpetuare indisturbata il
barbaro abuso del consiglio tridentino del 1500 di sradicare persone
minori dalla loro famiglia naturale e di rinchiuderle per lunghi anni
in seminari-prigioni dove non possono avvicinare nemmeno la loro mamma,
se non dopo lunghi giorni di attesa, per poco tempo, in tristi stanzoni
denominati «parlatori».
Per questo sono solidale con le mamme di
Rebibbia e di tutte le carceri del mondo che non possono avvicinare
soddisfacentemente i loro piccoli bambini.
Antonio de Angelis
(prete sposato) Sanremo

Caro
Antonio, la tua lettera mi ha molto colpito, così che prima di
risponderti ti ho telefonato per avere una conferma della lettera. Tu
sei stato molto gentile e mi hai anche detto la tua età matura. C’è,
certamente, la separazione tra figli e genitori, quando mamma o papà
finiscono in galera. Ma – tu scrivi – di un’altra separazione
egualmente dura – e che tu hai sperimentato -, cioè quella di finire
nella prigione di un seminario. Tu l’hai sperimentato all’età di dieci
anni e poi dalla reclusione sei passato al sacerdozio: sei stato
obbligatoriamente arruolato nell’esercito del Papa. Ma hai avuto la
forza di liberartene.
E – almeno così a me pare – senza rabbia, con la
saggezza che può avere una persona reclusa e separata dai genitori
all’età di dieci anni.
Il punto è che questo arruolamento
obbligatorio nell’esercito del Papa colpisce soprattutto le famiglie
povere, che – pur soffrendo – pensano in questo modo di aver assicurato
il cibo e un letto al loro povero figlio.
Certo questo arruolamento
non è di massa, ma indubbiamente è un altro effetto della povertà. Un
effetto assolutamente trascurato dai mezzi di informazione e anche da
quei politici che si dicono ancora di sinistra. Non sono affatto un
anticlericale, ma penso che dovremmo dare più attenzione anche a questo
effetto (niente affatto religioso) della povertà. E poi dove li
mettiamo i diritti del fanciullo, che la nostra Repubblica dovrebbe
garantire?
p.s. Pubblico anche la lettera, piuttosto selvaggia, di
Antonio Zago. Francamente non capisco come un lettore (anche
occasionale) del manifesto possa essere così reazionario.
Saluti a tutti
Valentino Parlato