enti inutili. anzi dannosi

istituzioni. la loro età emotiva non supera mai l’adolescenza.
è facile da dimostrare, basta utilizzare lo strumento giusto per il lavoro:

“le istituzioni, per istinto di autoconservazione, creano le condizioni che le rendono necessarie (rubando in questo modo alle persone l’autonomia di gestire le proprie relazioni).
se per assurdo una istituzione diventasse adulta, cosa farebbe?
creerebbe le condizioni per non essere più necessaria
invece che il contrario, come fanno.”

per questo non possono esistere istituzioni adulte.

rimane da fare una semplice operazione di complemento, e rimangono quelle infantili.

e quelle variamente estinte.

eppure
l’età adulta delle istituzioni ha un nome. anarchia.

o almeno, questa è la mia definizione di.
che di essere anarchici c’è tanti modi.
uno per ogni persona. e per ogni giorno.

e il bello è che non si è implicati a priori in quelli degli altri.

gli esseri umani invece. mi piace pensare che non abbiano bisogno di istituzioni.
cioè, almeno in potenza. ma è una fatica.

che non si abbia bisogno di voti banconote e fucili. di delega. di chiese.
di domande retoriche. di promesse più lunghe dello spazio di un discorso.

eppure siamo abituati proprio a questo. assuefatti.

quello che non capisco è a vantaggio di chi, perché
il possedere un potere. rende infelici quanto il subirlo.

gli esseri umani invece. tutto ciò che vive, anzi. per definizione, cambia.