così vanno le cose

Parlamento UE vota relazione per riconoscimento diritti gay, donne e laicità, Avvenire attacca

La reazione del vaticano è la solita alzata di
voce pretestuosa di una lobby che vorrebbe difendere un’influenza che
si stà perdendo.
Però mi risveglia però un dubbio.
Anzi, siamo onesti, e chiamiamola col suo nome: una domanda retorica.

Com’è che per l’affermazione e l’avanzamento di diritti essenziali
delle persone, per un piccolo passo avanti nel modo in cui
l’istituzione si approccia all’individuo, ai suoi rapporti sociali, al
suo ed all’altrui corpo, gli unici che si fanno sentire in modo
convincente sono i burocrati parlamentari di bruxelles, che probabilmente non si
rendono neanche troppo conto di quanto, almeno in itaglia, queste siano
aree di grossa frizione, e quindi danno per scontati diritti che qui
non lo sono?

E visto che ho fatto una domanda retorica, mi rispondo anche:

Vuol dire che in itaglia non siamo più in grado di fare vere lotte
sociali per la concezione della persona e del corpo. Che non c’è
riflessione collettiva e diffusa su questo. Che la gente non scende per
strada in massa a gridare che l’utero, il buco del culo, il pisello e
la pisella, il cervello… “sono miei e me li gestisco io!”.

Si, non ditemelo, vuol dire che siamo nel 2009 e non nel 1979, che
oggi i referendum sulla pelle, sugli organi, sulle vite delle persone si perdono. Anzi, abortiscono.

E vuol dire anche che, visto che l’unico modo di contenere
l’ingerenza vaticana, o meglio di arginare il fondo di cattofascismo di
cui l’itaglia non si è mai epurata, è aspettare che arrivi una bolla
imperiale da bruxelles, vuol dire che rischiamo di diventare sempre più
dipendenti dagli euroburocrati per far finta di vivere in democrazia.

Che è anche peggio. Allora tanto vale dirlo: questa non è una nazione democratica. Questa è una provincia del vaticano. E chi ha avuto il grande privilegio di nascerci ci ha fatto la tara. Si è rassegnato, lo accetta. Cerca di non pensarci, fa finta di niente, trova la sua scappatoia individuale. Spera di non essere lui quello che deve girare decine di ospedali e mezza penisola, minacciare denunce e gabibbi per un servizio che sarebbe garantito dalla legge.

Del resto, così vanno le cose.
Così devono andare?